Radon: rischio e aree prioritarie di Regione Lombardia

Il rischio radon non è esclusivo degli ambienti di lavoro, ma la normativa di riferimento prevede obblighi specifici in carico ai datori di lavoro. Nel caso di Regione Lombardia è necessario che questi ultimi si attivino a valle della definizione delle aree prioritarie a giugno 2023.

Radon: rischio per la salute della popolazione

Il radon è un gas, inodore e incolore, derivante dal decadimento del radio ed è radioattivo. Presente in diverse quantità nell’aria interna di tutti gli edifici, proviene principalmente dal suolo e tende ad accumularsi nei piani interrati o ai piani terra.

Nelle aree prioritarie individuate da Regione Lombardia i datori di lavoro che operano sottoterra devono effettuare misurazioni e prevedere misure di mitigazione se le concentrazioni di radon superano i valori di riferimento.

I prodotti di decadimento del radon sono valutati cancerogeni per gli esseri umani (gruppo 1 IARC) in relazione all’insorgenza di tumori polmonari. Si tratta di un rischio presente nel territorio e non strettamente connesso alle attività lavorative, ma la normativa prevede specifici obblighi a carico dei datori di lavoro.

La normativa di riferimento

La norma di riferimento nazionale è il D. Lgs. 101/2020 che ha dato attuazione alla direttiva 2013/59/Euratom, stabilito norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, abrogato direttive precedenti e riordinato la normativa di settore.

Nelle aree prioritarie individuate da Regione Lombardia i datori di lavoro che operano ai piani seminterrati degli edifici devono effettuare misurazioni e prevedere misure di mitigazione se le concentrazioni di radon superano i valori di riferimento.

Rispetto al rischio radon ha previsto in particolare la definizione di Piano nazionale d’azione a cui Regioni e Province autonome devono adeguare le proprie disposizioni regolamentari. In via prioritaria Regioni e Province devono individuare le aree in cui si stima che la concentrazione media annua di attività di radon in aria superi il livello di riferimento in un numero significativo di edifici e definire i piani d’azione per il contenimento di tali livelli di concentrazione.

Le aree prioritarie di Regione Lombardia e gli obblighi per i datori di lavoro

Regione Lombardia ha pubblicato la prima identificazione delle aree prioritarie ex Decreto 101 sulla Gazzetta Ufficiale del 18 giugno 2023 (BURL SO nr. 26).

Nelle aree prioritarie individuate da Regione Lombardia i datori di lavoro che operano ai piani terra degli edifici devono effettuare misurazioni e prevedere misure di mitigazione se le concentrazioni di radon superano i valori di riferimento.

Nei comuni classificati in area prioritaria, i datori di lavoro che effettuano l’attività lavorativa in ambienti sotterranei, al piano seminterrato o al piano terra degli edifici sono tenuti a:

  • effettuare misure della concentrazione media annua di radon;
  • applicare azioni di risanamento nei casi in cui i valori risultino superiori a 300 Bq/m3.

Le azioni di risanamento (ex. sigillatura, ventilazione forzata, pressurizzazione / depressurizzazione del suolo) dipendono fortemente dalle caratteristiche costruttive dell’ambiente interessato dal rischio e vanno scelte caso per caso in base alla concentrazione di radon rilevata, al costo e alla fattibilità di realizzazione. Inoltre la normativa richiede che gli interventi di risanamento siano progettati da professionisti qualificati (geometri, architetti o ingegneri iscritti all’Albo che abbiano partecipato a corsi di formazione e aggiornamento universitari dedicati, della durata di 60 ore).

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