La cartella sanitaria e di rischio è normalmente associata alla sorveglianza sanitaria e all’attività del medico competente. La cartella sanitaria e di rischio è però legata al singolo lavoratore ed è suo interesse che sia tenuta aggiornata lungo tutto la sua carriera. Vediamo di capire a cosa serve e come gestirla correttamente.
La storia sanitaria del lavoratore
La cartella sanitaria e di rischio viene istituita dal medico competente in sede di prima visita di un lavoratore nell’ambito della sorveglianza sanitaria aziendale. L’obiettivo è quello di raccogliere in un unico “luogo” tutta la documentazione inerente la salute del lavoratore a partire dal suo primo ingresso nel mondo del lavoro e fino al pensionamento.
Questo significa che:
- il medico competente che visita un lavoratore al primo ingresso nel mondo del lavoro è colui che ne attiva la cartella sanitaria e di rischio;
- quando un lavoratore passa da un’azienda a un’altra avviene il passaggio della cartella da un medico competente all’altro, così che il nuovo medico possa tenere conto della storia clinica e professionale al fine di valutare l’idoneità alla nuova (in termini di tempo, non necessariamente di tipologia di attività) mansione del lavoratore.
![Il datore di lavoro, anche quando riceve l'originale della cartella sanitaria, non ha il diritto di visionarne il contenuto, ma ha solo il dovere di conservarla.](https://www.stefaniavilla.it/wp-content/uploads/2024/02/SV-cartella-sanitaria-rischio-sigillata.jpg)
Conservazione della cartella sanitaria e di rischio
Il Testo Unico Sicurezza prevede che la cartella sanitaria e di rischio sia istituita, aggiornata e custodita dal medico competente per conto del datore di lavoro, nel luogo concordato con il datore di lavoro in sede di incarico. Inoltre il D. L.vo 81/08 ha stabilito che:
- in fase di cessazione di un rapporto lavorativo, il medico competente consegna una copia della cartella sanitaria al lavoratore e l’originale al datore di lavoro (che la deve conservare per almeno 10 anni), inoltre provvede a inviare a INAIL la cartella sanitaria relativa ai lavoratori esposti ad agenti cancerogeni e/o ad agenti biologici dei gruppi 3 o 4;
- in fase di visita medica assuntiva o preassuntiva, il medico competente deve richiedere al lavoratore la copia della cartella sanitaria che ha ricevuto dal medico del lavoro dell’azienda per cui lavorava in precedenza.
![Oltre a un aspetto pratico, di raccolta degli accertamenti, la cartella sanitaria e di rischio è lo strumento su cui si basano le valutazioni connesse all'insorgenza di malattie professionali.](https://www.stefaniavilla.it/wp-content/uploads/2024/02/SV-cartella-sanitaria-malattia-professionale.jpg)
Il datore di lavoro, anche quando riceve l’originale della cartella sanitaria, non ha il diritto di visionarne il contenuto, ma ha solo il dovere di conservarla.
Perché deve essere istituita e conservata la cartella sanitaria e di rischio?
Oltre a un aspetto pratico, di raccolta degli accertamenti, la cartella sanitaria e di rischio è lo strumento su cui si basano le valutazioni connesse all’insorgenza di malattie professionali. In caso di sospetto di malattia professionale, infatti, il procedimento finalizzato al suo riconoscimento o rigetto, passa attraverso una verifica della storia sanitaria del lavoratore, documentata attraverso la cartella sanitaria e di rischio. In particolare, il datore di lavoro deve sapere che INAIL può richiedere a lui, e agli altri datori di lavoro per i quali un dato lavoratore ha prestato servizio, copia della cartella sanitaria e di rischio nell’ambito del procedimento di accertamento della malattia professionale.